Conflitti
Palazzo Italia Bucarest, Raffaele Gerardi ha donato la sua opera “Conflitti”. Il quadro, realizzato in olio, carbone e cera su tela nel 2000, è ancora tremendamente attuale, anche dopo 22 anni.
Il dono di quest’opera è simbolo di gratitudine per il lavoro svolto a sostegno del popolo ucraino da Palazzo Italia e dal Gruppo Solidarietà ed Emergenza patrocinato dall’associazione Cuochi Italiani.
Il significato del gesto proviene dalla necessità di essere vicino alla popolazione ucraina e cercare di dare un contributo sebbene piccolo. Il quadro verrà presentato per mostre e/o offerte da donare ad associazioni che si occupano dell’assistenza ai rifugiati Ucraini.
Dal quadro deve emergere dolore, urla e grida di una cattiva sorte di coloro che, ancora oggi, vengono uccisi; una storia che si ripete come si ripetono le guerre.
Un’esperienza profonda, nel senso più vero e più intenso.
Una bella occasione di incontro e confronto con una realtà diversa, in un Paese attualmente ferito.
Novembre 2022
Silently
Credo che l’arte abbia fallito o che stia fallendo il suo scopo.
Credo che l’arte sia impotente e finalizzata a se stessa se non riesce a cambiare il mondo.
O meglio, gli uomini.
Sono incazzato con me stesso, con gli artisti, con l’arte e i suoi sistemi se non riesce a cambiare la testa delle persone che decidono di far uccidere altre persone.
L’arte perde il suo dna, la sua ragione di esistere se non riesce a creare bellezza quotidiana e donarla a chi comanda una decisione di morte.
Se noi che decidiamo di esprimerci tramite un gesto chiamato artistico non riusciamo a imporre quel peso interiore che possa portare a riflettere prima di agire contro il prossimo e a fermarsi prima di usare un’arma siamo impotenza pura, inutilità e oblio.
Se continua a morire la gente vuol dire che in un certo senso continua a morire l’arte, tutto il senso dell’arte o il suo intento sociale, politico, ispirativo e immaginario.
Noi portiamo tempo, traghettiamo sentimenti alle nuove generazioni e abbiamo l’obbligo di rendere questo luogo che ci ospita abitabile, sereno, pulito, dignitosamente rispettoso di tutti e di tutte le diversità esistenti.
E allora se esiste un arte come esiste un credo combattiamo, dipingiamo, creiamo per aiutarci ad essere un esempio per chi, più di noi, deciderà ancora una volta la vigliaccheria di un gesto omicida continuando a mettere persone contro persone.
Oggi portiamo tutti lacrime, ferite e tempo nei nostri petti.
Febbraio 2022
La pittura è rifugio.
La pittura è un virus.
La preservo e la coltivo in quel di Serrungarina tra le mie cose, i miei libri, i miei progetti, i miei ricordi.
La pittura è come un virus per le mie azioni, un filtro di senso, un’entità cromobiologica la cui natura è un’organismo che è fatto di colori.
Attacca il mio pensiero quotidiano, lo filtra, lo giudica e lo invita ad evadere.
La pittura convive con tutte le altre mie passioni e cerca spazio, sempre, nel mio cuore.
Tratto come nero che descrive, bianco come un nulla da cercare.
Il nero è suono, il bianco è pausa.
Il tratto è inizio, è radice di sorprese.
Stupore inatteso collegato al gesto rinato.
Il Filo. Diventa Rete, Intreccio, ora regolare ora complicato, difficile da riavvolgere, proprio come la vita che segue un filo invisibile forse quello del destino.
Nascono storie, si uniscono i fili della memoria e si disegnano traiettorie future.
Emozioni, Relazioni, Cose, Luoghi, Uomini, Scelte.
Il filo invisibile dell’andare e tornare, del perdersi e ritrovarsi.
Portatori di lacrime.
Nel petto.
Dal petto sgorga un dolore che si porta ovunque, lo si condivide, lo si celebra.
Il Dolore unisce e genera anime solidali.
Un segno rosso, una ferita.
Come un sentimento agita e anima
ciò che si tiene fermo.
Divento forza, vita e anche dolore.
Un segno di dolore.
Una ferita aperta ma cucita.
Si tiene fermo, si genera sangue
per fermarlo ma anche per testimoniarlo.
La sofferenza si vede e si sente ogni volta
che chiudiamo gli occhi.
Siamo portatori di tempo.